Il biologo

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Come un Biologo coltiva nei terreni di coltura i microorganismi così l’uomo è costretto a vivere in un mondo dalle risorse limitate, ma forse una soluzione c’è.

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Foto 1 – Il mondo limitato

Dopo aver studiato alle superiori anche da biologo, durante il periodo della mia formazione post-accademica, ho seguito un corso dal titolo “Tecnico per la valorizzazione delle risorse naturali” con un ente che mi ha dato delle interessantissime basi tecniche.

Ho consolidato valori e metodologie per il rispetto e la tutela del patrimonio naturalistico che vedono l’uomo a servizio di ciò che Dio ci ha donato.

Tra le molte cose passate in rassegna mi sono ricordato di un video, che ci hanno mostrato, dal titolo ‘La Storia delle Cose’, che ha a che vedere con la professione di biologo e che mi ha dato uno sguardo d’insieme sulla limitatezza delle risorse della nostra Madre Terra e sulla gestione attuale da parte dell’ HOMO SAPIENS.

Il video caricato su YouTube ha come sottotitolo: ‘consumismo o sostenibilità’ che adesso, a distanza di tempo e anche di consapevolezza, paragono alla stessa ‘contrapposizione’ che intercorre tra:

  • velocità e lentezza;
  • giovinezza ed esperienza;
  • leggerezza e saggezza;

e… (perché no!?) volendo forzare un pò la mano: tra vizi e virtù!


Le piastre Petri

Quando ero studente all’I.T.I.S. ‘E. Majorana’ di Palermo, indirizzo chimico-biologico, mi rimase impressa un’esperienza di laboratorio come biologo, in particolare di microbiologia, che riassumo in poche righe:

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Fig 1 – Le piastre Petri

quando si cerca di coltivare dei microrganismi, BUONI o CATTIVI che siano, si prende una piastra cilindrica di plastica o vetro (piastra Petri), la si riempie con uno strato di terreno di coltura, ELEMENTI NUTRITIVI di crescita e sostentamento, e la si ‘inocula’ tramite un’ansa o ago con i suddetti microrganismi.

A partire da una singola ‘strisciata’ con l’ansa si dà avvio, in ambiente ad atmosfera ideale, alla crescita e allo sviluppo, prima di sparute macchie di microrganismi, poi di trame complesse ed infine di una fitta rete di COLONIE COMUNICANTI E SOVRAPPOSTE FRA DI LORO.

Così stabilivo di produrre svariati tipi di terreni sulla base di quello che desideravo fare crescere.


I terreni di coltura

Wikipedia su internet riporta svariate tipologie di terreni come quelli che studiavo:

Foto 1 – Prodotti da coltivazione biologica
  • Terreni elettivi o arricchiti

Terreni ricchi di nutrienti, spesso con la presenza di sangue di pecora o cavallo, rosso d’uovo, albumina o miscele chimicamente definite (ad esempio vitamine o aminoacidi) che consentono la crescita di specie microbiche esigenti da un punto di vista nutritivo.

Foto 2 – Vigneto da terreno selettivo
 
  • Terreni selettivi

Terreni che favoriscono la crescita solo di particolari specie batteriche grazie alla presenza di fattori che inibiscono lo sviluppo delle altre specie. Questi fattori vengono chiamati sostanze inibenti e possono essere antibiotici, coloranti o sali.

 
  • Terreni differenziali

Terreni che, grazie alla presenza di particolari componenti, permettono di distinguere fra diversi gruppi di batteri, consentendo una identificazione presuntiva della specie isolata.

Foto 3 – L’Italia e gli OGM
  • Terreni di arricchimento

Sono terreni che consentono di aumentare la carica della specie batterica che ci interessa isolare, grazie alla presenza di fattori che rallentano la crescita di specie batteriche contaminanti presenti nel campione in esame.

La fitta rete di microrganismi però non può espandersi all’infinito, il terreno è circoscritto, le risorse limitate, e l’acqua soprattutto, pure…

Coltivavo i microrganismi come un biologo e tutto procedeva bene fino a quando non ci si rendeva conto che era necessario prelevare con l’ansa un piccolo frammento da una colonia e trasferirlo con un’altra ‘strisciata’ in un altro terreno fatto ex-novo…

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Foto 4 – Uso di diserbanti in agricoltura

Grande e potente

Mi sentivo grande e potente, potevo far crescere quello che volevo e come volevo e addirittura potevo o meno determinare l’esistenza di quella o quell’altra colonia di microrganismi, spesso scegliendo a caso!

Esploravo nuovi strumenti e tecniche per ‘procurare’ nuovi terreni di coltura, mentre quelli già ‘avanzati’ erano destinati a perire in qualche sacco della spazzatura insieme alle colonie ormai ammuffite…!

Adesso la mia coscienza mi porta a fare queste domande:

  •  Mi sento ancora un microbiologo grande e potente?!
  • Assomiglio più ad un microrganismo immerso in una colonia destinata ad ammuffire?!
  • O forse ho la ‘fortuna’ di ritrovarmi in un’altra ansa in attesa di essere ‘strisciato’ in un altro terreno di coltura?!

Non so se il paragone regge alla dimensione umana attuale ma forse è bene che ciascuna coscienza per rivedere il proprio rapporto con SÉ STESSA, con gli ALTRI, con la NATURA e con DIO ed  ESSEREBENESSERE si ponga queste domande, o forse altre, e spero migliori!

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